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Liberarsi dei libri, liberare i libri

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Barbara Olivieri - Libri

E’ da un po’ di tempo che piano-piano sto caricando alcuni libri sul portare dedicato alla vendita di libri di seconda mano.

Eh sì, praticamente sto vendendo alcuni miei libri.
Ma questo non vuole un post-marketta. No.

La riflessione che (mi) faccio, è di altro tenore.

In sostanza mi sto “liberando” di un po’ di libri.
Che detta così suona malissimo: sembra quasi il volersi liberare di qualcosa di ingombrante e fastidioso.
Ma non è così. Lo posso garantire.

Infatti ieri sera, mentre caricavo l’ultima tornata di tomi, ci sono stati tanti tentennamenti.

Caricavo alcuni libri che poi ritiravo, tra mille ripensamenti.
C’erano testi che volevo caricare sul portale e poi ho messo da parte per altri ripensamenti dell’ultimo minuto…

Barbara Olivieri - Libri

Mi dispiaceva.
Provavo un po’ di disagio.
Facevo fatica a “liberarmi” di alcuni romanzi, poi di alcuni manuali, poi di alcuni saggi…

Mi sembrava di fare qualcosa di male.
Mi sentivo in colpa.

Poi però mi sono detta: “Ma perché devo pensare che mi sto privando di qualcosa? È veramente così?”
No, non credo.

Ci sono alcuni libri che ho letto, e che non leggerò più.
Quindi perché accumularli e conservarli?
Come se fossero in una prigione dorata e di mia proprietà? (Mio, solo mio, nient’altro che mio!)
Perché invece non rimetterli in circolo facendo vivere loro una seconda vita?

E poi ci sono alcuni libri che non ho mai letto (e che ho acquistato in momenti di vita diversi e che oggi “non hanno più senso”).
Perché li devo tenere?
Perché penso che un domani io possa decidere di leggerli?
Se sono rimasti lì per tanti anni, dubito che li leggerò.
Ormai hanno fatto il loro tempo.
Quando era il momento (quando li ho acquistati), non li ho letti.
E allora perché conservarli ostinatamente?
Perché non rimettere in circolo anche loro?
Magari approdano in mano a chi ne ha veramente tanto bisogno.

Barbara Olivieri - Libri

Ecco…
“Liberarsi” dei libri può essere una grande fatica.
E’ come qualcosa di tuo che abbandoni.
Ma se si pensa che in questo modo li si libera e li si rimette in circolo, si pensa che si da loro nuova vita.
Piuttosto che languire in uno scaffale privato, dimenticati (da me).

“[…] I libri, soprattutto per chi li legge e non li usa come semplici soprammobili, sono facili da accumulare per varie ragioni: un libro letto è la manifestazione concreta di un risultato raggiunto, un libro comprato e da leggere attende speranzoso e i libri sono comunque considerati oggetti diversi dagli altri, per la cultura che contengono (apparentemente). […]”
[Da un post di qualche mese fa di Luca Conti “Lasciar andare le carte […]”, trovato mentre cercavo un articolo che avevo letto tempo fa di uno scrittore che aveva adottato anche lui la scelta estrema di dare via i libri]

E non ho ancora iniziato a leggere seriamente il libro di Marie Kondo, “Il magico potere del riordino”:

Il magico potere del riordino



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